LA CANOTTIERA DI FERRO E LA PARANNANZA SEXY (IRON MAN - 2008)
La sensibilità di padre, come è giusto che sia, ebbe la meglio sulla fibra intellettuale di Nicola. Durante quei giorni eravamo tutti preoccupati per il piccolo Carmelo. Ci mise un po’ in effetti a riprendersi. Fu necessario parlare molto con lui, tranquillizzarlo, fornire spiegazioni il più possibile adatte alla sua tenera età senza indugiare su dettagli che in quella fase avrebbero solo peggiorato il suo stato emotivo. Fortunatamente cominciò a dare segni di ripresa. Dal canto mio, lo ammetto, più di qualche volta mi passò per la testa l’idea che il ragazzino abbia volutamente prolungato (e talvolta simulato) gli effetti del trauma, estendendo così di qualche settimana in più i benefici di un inedito sovraccarico di premure e concessioni. Ma era solo un mio pensiero e lo tenni per me.
Un pomeriggio il piccolo si mise in testa che voleva vedere Iron Man.
Ancora una volta proposi di noleggiare il film e guardarlo a casa mia, io, Nicola e il piccolo. Tra l’altro il mio invito capitò in un momento credo opportuno: Nicola e Marisa avevano appena discusso, seppure per un motivo estremamente futile, ma si sa, Nicola attribuisce sempre molta importanza a “certi” dettagli. In altre parole Nicola stava rimproverando Marisa perché a casa si faceva trovare spesso in disordine, trascurata, coi bigodini, le ciabatte e la parannanza presa sull'Euronova, in offerta insieme al gratta calli e a una specie di putto imbarazzante, ingegnato per erogare liquori esattamente da dove la natura umana (maschile) consente solo l’erogazione di acidi urici e... poco altro!
Marisa ci rimase molto male. Non che mi ritenga così esperto di donne, ma credo che una signora troverebbe taglienti delle osservazioni (per quanto pertinenti) sul suo aspetto. Voglio dire, con tutta la parannanza dell’Euronova è pur sempre una donna, con un suo orgoglio femminile. Vuoi che non si offenda? Finirono per litigare.
Così la mia idea di assecondare le insistenze di Carmelo capitò a ciccio, come si dice da queste parti. Naturalmente dovetti procurarmi un lettore dvd e imparare al volo ad usarlo, dato che un film così moderno non l’avrei certo trovato in videocassetta.
Portai i due a casa mia, lasciando la povera Casalinga a rimuginare sul suo orgoglio ferito. Azionai il lettore dvd e con grande entusiasmo di Carmelo guardammo Iron Man.
Insomma...
Devo dire, credevo peggio. In pratica c'è un ricco fabbricante di armi, un po' sbruffone, tra il dandy e il tamarro. Fa armi. E con le armi fa un sacco di soldi. Una giornalista gli dice sei insensibile, fai armi, uccidi la gente, roba del genere insomma. Lui niente. Continua a fare quello che vuole incurante delle opinioni altrui. Un tizio sicuro di sé.
Va in Afghanistan e là vede le armi da lui prodotte in mano a gente un po' scontrosa, e allora dice mio dio, cosa sto facendo. Solo che, dopo un risveglio traumatico, si ritrova con una calamita ficcata nel petto e dei fili collegati ad una batteria per auto. Intanto i tizi scontrosi gli ordinano di fabbricare un missile speciale, altrimenti lo avrebbero frullato come una pappetta plasmon. E fin qui...
Da questo momento in poi certi sviluppi mi giunsero un po’ incomprensibili, perché i talebani, giustamente, lo controllavano giorno e notte con una videocamera a circuito chiuso. E lui lì, a lavorare. E io mi chiedo, come si fa a chiedere a un tizio di costruire un missile, da solo, dentro una grotta, utilizzando dei rottami? E senza nemmeno la macchinetta per il caffè nella pausa delle undici!
Ma lui è uno tosto, è iron man, cioè, non ancora, ma ha in mente di diventarlo. In effetti, dico io, se stai ficcato in una grotta, prigioniero in Afghanistan, con un compagno di cella che sembra l'analista schizzato di altrimenti ci arrabbiamo,
e dei guerriglieri imbufaliti ti ordinano di costruire un missile con i pezzi di uno scaldabagno, tu che faresti?
E' chiaro, no?
Ti costruisci una corazza da iron man.
Chi non ci avrebbe pensato?
E intanto lo osservano sul monitor...
...e dicono, cosa fa?
...dice, lavora, costruisce il missile per noi, visto che bravo?
...dice, sarà. Forse gli eroi dei fumetti i missili li fanno così... ma io non me li immaginavo a forma di canottiera di ferro.
...?
...CANOTTIERA DI FERRO?
Scoppia il caos! E via con mitra, fucili, bombe, ma lui... Lui è Iron Man. E li sbrindella tutti. Alla fine si ritrova con la corazza completamente smandruppata, forse perché nella grotta il cassettino delle vitarelle era un po’ sfornito. Allora torna a casa e se la rifà, più supereròica, con l'mp3 e il bluetooth per mandare i messaggini con le foto e le suonerie di fabri fibra. E da allora, dice, non voglio più costruire armi, ora sono bravo, sono un supereroe, e via con la nuova supercorazza a volare nel cielo e a combattere contro un nuovo nemico, più cattivo dei talebani.
Insomma, un film per Carmelo. Niente di ché. Non era certo Senti chi parla, ma neanche un film completamente da buttare.
Tuttavia, mentre rientravamo a casa, Nicola, da attento osservatore di dettagli nascosti, mi ha fatto riflettere sul fatto che il film si può prestare ad un’interessante chiave di lettura di natura... come dire... fiscale!
“Fiscale?”
“Sì, rifletti. Cosa accadde all’azienda del protagonista quando dichiarò che non avrebbe più costruito armi?”
“Le azioni calarono, mi sembra, del 57%”
“Esattamente. Di che materiale era fatta la tutina ipertecnologica?”
“Era d’oro e titanio”
“E allora perché si chiama Iron, che in inglese significa ferro? E’ semplice: era d’oro, ma sull’IRPEF risultava di ferro. Gran furbata!”
Eh, già... Anche per i supereroi sono tempi duri!
Intanto Marisa...
Per quella donna fu un pomeriggio difficile. I commenti di Nicola furono un boccone duro da mandar giù. Quando uscimmo di casa la prima cosa che fece fu andare in camera da letto e guardarsi allo specchio. Con suo grande rammarico dovette ammettere che forse suo marito non aveva tutti i torti. Così mentre noi eravamo a casa mia a guardare il film, lei uscì a fare alcuni acquisti. Poi passò da Rina, la moglie di Nando Er Lametta, che da ragazza lavorò in un negozio di parrucchiera, per farsi dare una sistemata ai capelli. Rina ammise che erano anni che non metteva mano ad una chioma altrui, ma avrebbe fatto del suo meglio...
Quando siamo rientrati abbiamo trovato una Marisa con i capelli rosso-arancione, le ciabattine coi piumini rosa, truccatissima, le unghie pittate di blu e una vistosa parannanza nuova con scritto SEXY.
Carmelo per tutto il tragitto aveva zompettato eccitatissimo dicendo “io sono airommen” e riproducendo strani suoni con la bocca a significare la corazza che si azionava, e dalla bocca ogni tanto fuoriuscivano innocenti bollicine salivose. Alla vista di Marisa tutti e tre ci siamo pietrificati. Carmelo è rimasto con le braccia alzate e un pario di bollicine che ignare di tutto scoppiettavano sulle labbra. Marisa ci guardò e ammiccando verso Nicola disse: “Embè?”
Capii l’antifona. Mi accomiatai inventando una scusa.
Nicola in seguito mi raccontò che nelle intenzioni doveva essere una seratina speciale. Rimpinzarono subito Carmelo con una cena multipla multistrato a base di melanzane. Poi lo spedirono a letto. Quando si furono accertati che dormisse (dalle tonalità baritonali del suo respiro) si diressero verso la camera da letto, lei miagolando lui ululando. Fu una cosa terribile, tanto più che Carmelo si svegliò poco dopo per un improvviso attacco di pancia. Quando uscì dal bagno sentì dalla camera dei suoi genitori strani versi indecifrabili e pensò che fossero arrivati i talebani e li stessero randellando per bene. Intenzionato a salvarli, tornò in bagno e smontò il motorino del phon. Col cerotto se lo fissò in petto. Poi si infilò nell'incavo di un vecchio cestello della lavatrice rotta che Nicola aveva in garage e collegò i fili del motorino a una batteria per auto scovata in un angolo.
Dovettero portarlo di corsa al pronto soccorso. Non tanto per la scossa, quanto per il fatto che non riuscivano a tirarlo fuori da tutta quella ferraglia. Al Santa Maria Goretti videro arrivare un tizio in boxer, canottiera, calzini e scarpe allacciate, una pazza dai capelli rossi sparati, il trucco spalmato sulla faccia che sembrava l'uomo tigre e la parannanza SEXY, e un ragazzino ficcato in una lavatrice ficcata nel bagagliaio della Ritmo 60.
Alla vista di ciò chiamarono subito i carabinieri.
In sala attesa c'era pure un immigrato afgano che li guardò e scosse il capo con tristezza.